La foto di questa candela, che ho rinvenuto durante un bagno estivo di quest’anno, suggerisce due cose: prima di tutto, che la natura ce la mette proprio tutta per digerire e reintegrare i rifiuti dell’uomo sporcaccione;
In secondo luogo, che la ceramica, in mare, ha la meglio rispetto a molti altri materiali. Ha combattuto egregiamente alghe, depositi e colonie animali e vegetali di qualsiasi genere sull’unica parte ceramica di questa candela.
Osservate l’unica zona rimasta priva di qualsiasi concrezione: il collare in ceramica. Questa candela potrebbe essere rimasta sul fondo del mare di Ugento per 10, forse anche 20 anni. In tutto questo tempo la ceramica si è letteralmente fatta scivolare addosso ogni tentativo del mare di ricoprirla e inglobarla.
I rivestimenti nanoceramici (da non confondere con l’esempio “estremo” del ritrovamento di cui alla foto sopra, che riguarda il comportamento della ceramica in senso stretto) esistono in commercio, sono molto validi, sebbene più costosi dei trattamenti tradizionali per rinnovamento di gelcoat. I rivestimenti con tecnologia alle nanoceramiche per barche, semplificando al massimo il concetto, sono composti da microscopiche particelle di silicio (ma non solo) sospese in un mezzo. Un solvente mantiene liquido il rivestimento fino a quando non viene applicato sulla superficie; una volta che il solvente è evaporato, ciò che rimane è uno strato durevole e lucente che si attaccherà alla superficie fino a quando non sarà abraso.
Occhio proprio all’abrasione: il principale nemico dei prodotto a base di silicio (componente principale della ceramica, appunto) è la pasta abrasiva, che usualmente viene lavorata con la levigatrice orbitale: la pressione esercitata dal tampone è sufficiente per far letteralmente incastonare i grani di silicio all’interno del gelcoat, danneggiandolo.
Ecco perché é essenziale una applicazione professionale di questi prodotti.
Oggigiorno le aziende che entrano in questo settore ad alto tasso di ricerca e sviluppo, sono numerose; a scopo esemplificativo giova citare nomi come Glidecoat, Ceramic Pro, Gtechniq ed altri.
Tali prodotti vengono applicati seguendo protocolli estremamente rigorosi, elusi i quali (spesso osando applicazioni fai-da-te senza le necessarie competenze, l’esito del trattamento non è affatto garantito. Ecco perché, prima di acquistare detti trattamenti, è opportuno esser certi di affidare l’applicazione degli stessi a personale all’uopo addestrato.
Per tale motivo, in un prossimo articolo sarà affrontato l’argomento in dettaglio, specificando le modalità di applicazione e le aspettative di durata ed estetiche, prescindendo dalla foto della candela in apertura di articolo, che dev’essere interpretato come input all’impiego futuro di prodotti che, ne sono certo, rivoluzioneranno la nautica, sia dal punto di vista del rispetto dell’ecosistema marino, sia da quello dell’efficienza in termini di consumo di carburante.
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Buon Mare!
Benedetto Rutigliano
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Autore di Fisherman Americani
Autore di Barche da pesca di ieri e di oggi
Autore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”
Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook
Scrittore per la rivista Pesca in Mare
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