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Indeciso sulla barca da pesca giusta? Il Fisherman’s Report Comparativo

Di solito la scelta della barca usata, soprattutto se per la pesca sportiva, è dettata dai “sentito dire” piuttosto che dall’ altisonanza del cantiere. Molti cantieri nautici, tuttavia, anche tra i più blasonati, hanno avuto periodi più o meno bui o, più semplicemente, le tecniche costruttive adottate, per quanto all’avanguardia per l’epoca in cui la barca fu progettata e costruita, potrebbero predisporla a problemi di natura strutturale o meccanica, dopo anni di utilizzo e sollecitazioni del mare durante la navigazione. Ogni imbarcazione ha i suoi PUNTI DEBOLI e nessun venditore o broker nautico, che abbia sottomano una barca che potrebbe suscitare il tuo interesse, sarà mai interessato a svelarteli, non per cattiveria o per il desiderio di rifilarti una “sola”, ma semplicemente perché un commerciante di barche molto probabilmente non si sarà mai imbattuto nelle rogne che tipicamente vive un diportista in anni di utilizzo di un’imbarcazione! Può accadere che i tuoi obiettivi diportistici ed alieutici ti pongano nell’incertezza di scegliere tra più modelli, anche dopo la consulenza pre-redazione che terremo insieme, se sceglierai di redigere il tuo report. Per tale motivo ho ideato il Fisherman’s Report Comparativo, che analizza approfonditamente pregi, difetti e caratteristiche legate alla pesca sportiva, al diporto e alle performance di più barche da pesca, fino a un massimo di tre. Una valutazione finale scritta di mio pugno fornirà una forchetta di prezzi entro cui sarà preferibile mantenersi per ciascun modello esaminato, riferite alle motorizzazioni consigliate, scelte per equilibrio tra prestazioni e consumi, capillarità della rete di assistenza nel luogo di stanza della barca e livello di affidabilità risultante dall’analisi degli eventuali problemi lamentati dagli utenti nel corso degli anni.   Con una spesa irrisoria rispetto al danno generato da un acquisto che può rivelarsi facilmente errato se non affrontato con le necessarie competenze e prudenza,…


Il primo freddo porta pesce! (se hai la barca giusta)

In questi giorni stiamo assistendo a una prima ondata di freddo, che porterà le temperature su valori più consoni al periodo ma ,soprattutto, renderà meno problematico il fattore siccità, che ha flagellato l’Italia per gran parte di quest’anno. E con le prime perturbazioni, si sa, arrivano le prime sorprese per chi ama la pesca sportiva! In particolare per chi pratica la traina costiera con l’artificiale. Le violente precipitazioni sono un vero e proprio bombardamento per gli insetti, ma una promessa di imminente banchetto per i pesci che prediligono cacciare nel sottocosta, come le grosse spigole, ma anche le occhiate e altri piccoli predatori gregari. Non a caso, il mio guardaroba destinato alle attività “outdoor”, prevedono una tuta da sciatore… per le uscite più temerarie, che solitamente faccio i primi di gennaio, in quelle giornate in cui la sola idea che alletta è quella di un camino acceso e un pugno di caldarroste sul fuoco… Quelli sono i giorni che serbano le sorprese più “grosse” al pescasportivo che vorrà osare… e soffrire. Per limitare la sofferenza, sarà indispensabile una barca che garantisca protezione dal vento tagliente e dagli spruzzi di acqua, dato che tali battute di pesca saranno effettuate prevalentemente in condizioni di mare ben formato, quindi una zona guida protetta da un bel parabrezza e da tendalini perimetrali robusti, sarà una conditio sine qua non per non rischiare di finire a letto con febbre e bronchite. Queste condizioni di pesca vincolano la tipologia di fisherman al walk-around, all’express o al dual console, con particolare predilezione per la prima e l’ultima, se non altro perchè garantiscono una pronta raggiungibilità della prua in caso di emergenza. L’express, infatti, talvolta può presentare passavanti più stretti del solito, con ovvi rischi di caduta fuoribordo nel caso si debba intervenire nella zona prodiera in presenza…


Flaps & Co.: i correttori di assetto

Correttori di assetto, flaps, trim tabs: tutti termini che indicano un dispositivo utile in tutte le barche, ma addirittura INDISPENSABILI in molte. Vi capiterà sicuramente, un giorno, di dover caricare più peso del dovuto a bordo e, soprattutto, di non sapere come distribuire questo peso, per via di un equipaggio più numeroso del solito, o perché magari deciderete di installare un motore ausiliario. Ancora, può capitarvi di incontrare condizioni di mare particolari che rendono difficile la governabilità della barca con l’ausilio del solo trim. I flaps sono piastre metalliche incernierate allo specchio di poppa, inclinabili attraverso appositi pistoni idraulici od elettro-attuati, utilizzando una pulsantiera in plancia. L’utilità dei flaps influenza diverse sfere della navigazione: migliora l’impatto della carena con l’onda, a tutto vantaggio del comfort di bordo; conseguentemente  risparmia  sollecitazioni ed urti altrimenti inevitabili alle strutture dello scafo; incrementa l’efficienza propulsiva, influendo positivamente sui consumi di carburante. consente di mantenere velocità di planata inferiori soprattutto in particolari condizioni di moto ondoso, riducendo gli spruzzi in coperta grazie al migliorato assetto. I flaps sono una manna, ereditata dall’ingegneria aeronautica che vi permetterà di correggere l’assetto di navigazione evitando di rientrare con la barca “sbandata” da un lato o cabrata (eccessivamente appoppata). Ma non solo. Spesso, quando si naviga con mari formati di prua o al mascone, la ruota di prua tenderà a perdere il contatto con l’acqua regalandovi fior di botte ai reni, ma anche sollecitazioni problematiche alle strutture dello scafo. Per ovviare a tale evenienza sarà opportuno navigare con flaps “negativi”, cioè abbassati di tanti gradi quanto sarà necessario a far mantenere alla carena un assetto quanto più possibile neutro rispetto alla superficie del mare. Purtroppo spesso agire sul solo power trim dei motori non basterà a far abbassare il “naso” della vostra barca e, se ci mettiamo una cattiva…


Fisherman: ogni carena al suo mare

Grave errore pensare che tutte le barche da pesca siano adatte al tuo mare. Personalmente ho avuto modo di testare le mie barche in adriatico e in alto ionio, e quasi stentavo a riconoscerle. Questo perché il moto ondoso, ma soprattutto la forza delle correnti e la frequenza dell’onda cambiano di molto da mare a mare. Le coste della nostra piccola Italia presenta una varietà di situazioni meteomarine tali per cui una carena oceanica possa addirittura navigare molto peggio di una carena di un costruttore locale di barche per il sottocosta, in certe condizioni… Non pensare che grandi pesi e carene profondissime siano sempre la scelta migliore!  PIÙ UNO SCAFO E’ PESANTE, PIÙ DIFFICILE SARÀ FERMARNE IL ROLLIO CON MARE AL TRAVERSO. Questo ovviamente è un concetto che qui esprimo in maniera grossolana e anche lacunosa, ma che TI INVITO AD APPROFONDIRE NEL FISHERMAN’S REPORT di quella che pensi possa essere la tua prossima barca da pesca. Ho fatto riferimento al mare corto perché, ad esempio, il mio mare (basso Adriatico), è tipicamente dominato da correnti nord-nordorientali che provocano appunto questa configurazione ondosa. Uno dei fisherman americani a cui sono stato più legato per svariati motivi, un Topaz 32 Express, barca performante e molto pesante, solcava qualsiasi mare ad onda medio-lunga (greco-levante in primis) ma necessitava di “trottare” ad andature elevate con mari corti. Ricordo in particolare un pomeriggio passato in altura ad alalunghe, in cui fummo colti di sorpresa da un levante di oltre 20 nodi, e fui costretto, (con piacere ed orgoglio, per la verità..) a rientrare a 27 nodi, velocità alla quale la ruota di prua era ben piantata in acqua e fendeva i marosi come una lama… Se riducevo la velocità anche solo di 2-3 nodi, si batteva. Questo perché le carene dei fisherman americani “vecchio…


Vuoi comprare un fisherman americano ? occhio al cambio

L’incertezza insita nel cambio valutario ti ha sempre tenuto lontano dall’idea di importare il tuo fisherman americano? PERCHÉ NON CONSIDERARE CIÒ COME UN’OPPORTUNITÀ DI RISPARMIO? Se fino a pochi mesi fa era antieconomico pensare all’importazione in USD, in questi giorni si sta assistendo a una rivalutazione della valuta europea su quella americana, ragion per cui valutare di acquistare una barca usata dagli Stati Uniti d’America sta diventando una soluzione sempre più appetibile, con il cambio Euro/Dollaro a quasi 1.20 Occhio al mese di Agosto, storicamente foriero di sorprese sul fronte dei cambi per le settimane a venire, e considerate che, in tempi in cui la presenza di cantieri americani nei maggiori Saloni di settore Europei (Genova docet) è poco nutrita da ormai più di un lustro, piazzare sul territorio una imbarcazione seppur usata, può essere un’occasione di marketing gratuito per gli operatori d’oltreoceano. Dunque, per l’acquirente due grossi vantaggi che si riflettono sul potere contrattuale: 1. uno legato al cambio euro/dollaro sempre più vantaggioso 2. l’altro insito nel grande interesse, per il venditore d’oltreoceano, a “piazzare” un prodotto USA su un mercato quasi sfornito di proposte “Made in USA” da ormai diversi anni. Buona ricerca! Dr. Benedetto Rutigliano Autore di Fisherman Americani Autore di“Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)” Autore di“La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook Scrittore per la rivista Pesca in Mare


Quale motorizzazione per il tuo fisherman americano?

WARNING: Questo argomento potrà avere l’effetto di allontanarti definitivamente dall’idea di acquistare una barca… Intercooler, anodi sacrificali, iniettori, pompa carburante, filtri separatori, cuffie, parastrappi, pompa dell’acqua, invertitori, trolling valve, candele, alberini, eliche, assi… che caos, vero? La scelta del tipo di motorizzazione più adatta all’impiego che del nostro fisherman faremo, piccolo o grande esso sia, dipende da molteplici fattori: . Ore di moto annue previste . Genere di utilizzo (pesca sportiva, crociera, diporto costiero) . Velocità desiderata 1.DIESEL o BENZINA? Il numero approssimativo di ore di moto annue dovrà essere la discriminante principe che orienterà la scelta su uno specifico tipo di motorizzazione e trasmissione. Personalmente consiglio di rimanere su motori a benzina se non si superano le 250-300 h di moto a stagione, poiché la manutenzione che i moderni turbodiesel richiedono è esosa, anche e soprattutto nel caso in cui si faccia poco mare, per cui ammortizzare tale costo richiede che esso sia spalmato su un consistente numero di ore, tali da giustificare la differenza di spesa rispetto a un più semplice motore aspirato a benzina. Oltre tale limite di utilizzo, la differenza nei consumi di carburante comincia a render ragione della scelta più “parca”.      ATTENZIONE!! L’errore più ricorrente tra i diportisti è quello di orientarsi sulla motorizzazione che “consuma meno”, trascurando di star valutando solo il costo immediato del semplice utilizzo dell’imbarcazione, e non anche quello dei tagliandi. Paradossalmente, un diesel che lavora poco è più soggetto ad avarie rispetto a un benzina altrettanto poco utilizzato(!!), soprattutto perché il più delle volte il primo lavora non solo poco, ma anche male!   2.PESCA o CROCIERA? Un’imbarcazione acquistata prettamente per la pesca sportiva deve avere peculiarità specifiche non solo dal punto di vista dello scafo e dell’attrezzatura di coperta, ma anche della motorizzazione. Se fate crociera, a…