Fuoribordo e pesi a sbalzo: un fatto e qualche riflessione

Colgo la palla al balzo, utilizzando lo spiacevole evento accaduto il 2 maggio poco a largo dell’ Oregon Inlet nei pressi di Wanchese, NC, per fare qualche riflessione per iscritto sulle moderne costruzioni fuoribordo, che ormai dilagano nei cantiere di tutto il mondo, e non sol negli Stati Uniti d’America.

Il fatto: una barca di blasone, che per delicatezza non cito, perde i suoi due fuoribordo in mare a seguito di un sobbalzo su di un’onda molto grande. La perdita dei fuoribordo è stata dovuta al distaccamento dell’unghia del bracket, sui quali gli stessi erano aggraffati.

La dinamica non è ancora chiara, tuttavia la barca è stata recuperata integra: l’unghia si è distaccata nettamente senza strappare la paratia del bracket, per cui non vi è stata intrusione di acqua al suo interno.

Le ipotesi:

  1. l’unghia era troppo sviluppata in altezza rispetto al piano del bracket ed il peso dei due motori ha potuto fare leva in modo da distaccarla;

  2. l’unghia non era strutturale al bracket e/o il suo incollaggio/imbulllonatura è risultata difettosa;

  3. lesioni pregresse, a seguito di movimentazione su carrello impropria (ad es. scossoni bruschi su strada che ne hanno lesionato la sua integrità)

Naturalmente la mia è una speculazione, ma a fin di bene, per così dire: quando restiamo ammaliati da grandi potenze su piccoli scafi, abbiamo il dovere morale di FARCI IMPRESSIONARE dal peso a sbalzo di due motori quattro tempi, che può agevolmente superare i 600 kg. Con questo non voglio in alcun modo intendere che, con mare grosso, una barca fuoribordo sia necessariamente destinata a perdere i suoi motori, ma quantomeno sensibilizzare tutti noi (mi ci metto anch’io) quando acquistiamo una barca fuoribordo, soprattutto se usata e con diverse stagioni alle spalle, ed intendiamo RIMOTORIZZARLA.

A tal proposito, ho scritto tempo fa un articolo che è stato poco letto, e per tale motivo lo linko qui: BARCHE CLASSICHE, MOTORI MODERNI

Dopo aver letto di quanto accaduto, ciascuno “tirerà l’acqua al proprio mulino”: chi era scettico sui fuoribordo, lo sarà ancora di più ora; chi è affezionato all’entrobordo, rafforzerà la sua convinzione che sia la soluzione più sicura ed affidabile.

La questione su cui personalmente mi soffermo, invece, è la continua sfida del rapporto peso-potenza che in mare sta inquinando i costruttori: appendere ad estrema poppa due, tre -ma abbiamo visto anche soluzioni a sette- fuoribordo ciascuno pesante trecento chilogrammi, per superare il muro degli xx nodi, per essere annoverati tra gli sportfisherman builders più… veloci al mondo.

E ci può anche stare: la legge che ogni mercato sottende consiste, dopotutto, nel creare bisogni offrendo prodotti e servizi che entrino nella vita e nel cuore dei consumatori, e non è di certo possibile arrestare in alcun modo tale processo 

Ma quando si cerca di superare i limiti, giocoforza il fallimento può essere dietro l’angolo. Guai non esistesse quella grande opportunità chiamata fallimento: probabilmente l’evoluzione delle specie non sarebbe mai esistita.

Cosa c’entra tutto questo giro di parole, con l’accaduto?
Se trovi il modo di caricare di centinaia di kg un lembo di vetroresina, devi essere anche sicuro che barca e motori siano un’entità sola, in ogni condizione. In poche parole, la tecnologia costruttiva degli scafi deve esorbitare largamente le sollecitazioni che i moderni e pesanti fuoribordo quattro tempi operano sulla struttura stessa.

Io continuo ad accontentarmi di venticinque nodi VERI di crociera, e francamente non mi è mai interessato tirare il collo alle mie barche per vedere che numero segnasse il GPS.

Ma tutto è lecito, purché legale, quindi non mi resta che augurarvi buona scelta, magari leggendo
Fisherman Americani, se vi aggrada! Da oggi anche eBook.

A presto e Buon Mare,

Benedetto Rutigliano
Autore di Fisherman Americani (anche eBook)
Autore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”
Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook
Scrittore per la rivista Pesca in Mare
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